‘Non c’è Amore dentro!’

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– di fr. Francesco Scaramuzzi

Il tema del Natale ha sempre offerto spunti e ispirazioni per creare bellissimi racconti, per narrare storie vere o immaginarie. Quelli di Dickens e di Tolstoj sono i più noti, ma tanti altri scrittori si sono cimentati nel porre all’attenzione del lettore comportamenti e atteggiamenti sbagliati che spesso assumiamo nella nostra vita quotidiana e che il Natale, con il suo carico di buoni sentimenti, ci richiama a cambiare per vivere “la pienezza del tempo” (Gal 4,4-5) che abbiamo ricevuto in dono da Dio.

Ma cos’è il Natale?

Giorni di deliri economici, di sorrisi ricostruiti, di gesti gratuiti per ricorrenza? 

Uno scambio di doni senza amore? 

I regali durano l’effimero momento dell’apertura. Il più delle volte hanno un valore compensatorio, per volersi far ripagare di errori o mancanze. Ma poi ognuno rimane con i suoi problemi, rinchiuso nei piccoli grandi drammi legati a rabbie represse, incomprensioni, angherie, affanni di ogni genere.

Forse non tutti ricordano che il Natale è il simbolo di un originale regalo, di un gesto d’amore, il primo e più grande dono mai ricevuto dall’intera umanità: la nascita di Gesù. Un regalo d’amore che Dio ha fatto agli uomini indistintamente, ai “buoni” e ai “cattivi”, ai meritevoli e ai meno degni. È la più bella notizia che si possa annunciare. Quella di Dio che viene in questo mondo nelle vesti semplici e umili di un bambino indifeso, nascendo in una famiglia povera ed esposta a tutti i pericoli, per divenire il compagno dell’uomo per la vita su questo mondo.

È facile augurare buon Natale, non altrettanto facile è riscoprire la gioia del perchè lo si festeggi.

Quanta ricerca di felicità nel cuore degli uomini e quanta amarezza e sofferenza allo stesso tempo! L’economia ristagna, il debito pubblico aumenta, il prodotto interno lordo subisce pericolose battute d’arresto, i consumi sono frenati, il commercio langue e le famiglie, specialmente quelle più numerose e quelle che portano l’ulteriore croce di una disabilità o di una  malattia grave, non  riescono più a far quadrare i già miseri bilanci. E poi ci aggiungiamo il nostro egoismo, la spietata indifferenza, le tante ipocrisie, odi e rancori. È uno scenario di guerra che può diventare apocalittico, se, per  convenienza o assuefazione, il nostro sguardo dovesse restare per sempre miope e ripiegato solo su una parte della realtà. Non possiamo tacerci o negarci.

Pensare a chi soffre, a chi è in difficoltà, a chi è abbandonato ci fa comprendere che in fondo siamo solo persone umane e che nulla è lontano da noi né la gioia né il dolore, né la salute né la malattia, né la ricchezza né la povertà; apprezzare quanto sia importante quel poco o molto che abbiamo è credere nel Natale.

Cos’è d’altronde il Natale se non il segno che ogni anno ci ricorda quanto piccoli siano i nostri accanimenti al cospetto dell’Amore che fa girare l’universo?

Ci salverà solo l’amore verso Dio, gli altri e la sincerità. “La verità ci renderà liberi”. Solo così, allora, le difficoltà che incontriamo sul cammino della vita potranno diventare sorgenti di speranza.

Riempiamo il nostro pacco natalizio di Amore.

Quell’amore che ci fa figli di Dio, testimoni convinti di Gesù e del suo Vangelo, e permette di educare i figli ai valori che contano; quell’amore che crea solidarietà, che dona all’inerme la nostra forza, all’affamato il nostro sostegno; al sofferente il nostro aiuto; al rifiutato la nostra voce; quell’amore che ci fa essere protagonisti di un cambiamento sociale che porti a tutti coraggio e serenità.

Il mondo non cambierà certamente a Natale, ma questa ricorrenza ci indica un nuovo cammino che possiamo intraprendere assieme a Dio.

Questo è il Natale: accorgerci di Gesù, accoglierlo e lasciar continuare in noi quella irresistibile esplosione di bontà che ci fa amare la vita e ci ricolma di ottimismo.

Il Natale non è il ricordo, ma lo stupore di un Dio che insistentemente è nei paraggi e sorprendentemente opera!

 

 AUGURI… A CHI NON ASPETTA NATALE PER DONARE AMORE 

                                                                                      Fr. Francesco

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