Doni per tutti

0

– di fr. Francesco Scaramuzzi

«Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date…(Mt. 10,8). E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono…» (Mc. 16,17).

Numerose sono le espressioni bibliche che dimostrano in maniera inequivocabile l’importanza dei segni soprannaturali e della loro testimonianza.

 

Sbagliano quanti li ritengono superflui perché proprio il Signore ha inviato i discepoli per continuare la sua opera.

Certo è che questi segni straordinari sono propedeutici e rafforzativi della fede e, soprattutto, dimostrano che soltanto grazie all’intervento di Dio Onnipotente è possibile tutto ciò. Nessun uomo potrà mai, infatti, ottenere guarigioni prodigiose o la liberazione dal male con la sua sola parola umana.

I segni non hanno un fine apologetico per provare la verità di una dottrina. Ci invitano ad abbandonarci completamente a Dio in tutte le circostanze della vita umana. Ci ricordano che il nostro Dio è presente in mezzo a noi ed è capace di compiere meraviglie. E Padre Pio è stato l’uomo che ha saputo meravigliarsi non solo di quanto gli stava accadendo, ma anche di ciò che lo circondava potendolo vedere con gli occhi di Dio.

Dice S. Paolo: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”. Ebbene, in Padre Pio, fin da bambino si nota uno sforzo continuo, fiducioso, umile per giungere alla perfetta imitazione di Cristo, che vuol dire principalmente immedesimarsi e conformarsi in quello che costituisce l’aspetto più importante della sua vita: il mistero della Croce. La sua incondizionata offerta di vittima al Signore lo porterà a diventare collaboratore della missione salvifica di Cristo fino all’identificazione con il Crocifisso attraverso i segni delle stimmate impresse per la prima volta il 7 settembre del 1910.

La parola “stimmate” deriva dal greco e significa “marchio”. La loro impressione non è solo manifestazione di Dio, né un semplice taglio o altro, ma parte da Cristo che s’imprime, s’infonde, si fissa completamente in Padre Pio donandogli tutto.

Quel giorno, come al solito, Padre Pio si trovava nella campagna di Piana Romana. La madre aveva gia preparato la tavola e lui non arrivava. Tardò a rientrare a casa e quando entrò scuoteva le mani come se bruciassero.Ecchè – disse la madre – suoni la chitarra?” Padre Pio non rispose nulla e tenne per sè ciò che poi confessò un anno dopo nella lettera dell’8 settembre al suo direttore spirituale, padre Benedetto: “…In mezzo alla palma delle mani è apparso un po’ di rosso quasi quanto la forma di un centesimo, accompagnato anche da un forte ed acuto dolore in mezzo a quel po’ di rosso. Questo dolore era più sensibile in mezzo alla mano sinistra, tanto che dura ancora. Anche sotto i piedi avverto un po’ di dolore…”.

Gesù non gli trasmise solo i segni esterni della sua passione, ma anche e soprattutto la motivazione profonda di essa: il suo stesso appassionato amore per l’umanità. «L’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro» (cf Gv 17,26).

Il suo corpo insieme con l’anima sono stati concretamente immagine di Dio, tempio dello Spirito Santo, luogo in cui Gesù ha manifestato la sua gloriosa passione.

Il Signore ha permesso a Padre Pio, attraverso i suoi doni, di soccorrere il mondo con il vangelo ‘superiore’ della sofferenza, mutando la croce – e con essa ogni sofferenza umana – da tristezza in gioia, da vergogna in vanto, da morte in vita, da condanna in perdono.

Dobbiamo essere grati a Padre Pio e a tutti quei fratelli di fede, molto più grandi di noi, perchè hanno saputo sacrificare e rinunciare a se stessi per il bene degli altri, abbracciando la croce per fare dono a noi delle Sue consolazioni.

Share.

Comments are closed.