Il Viale degli Ulivi

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Marianna Morante – A Pietrelcina un simbolo naturale di riconciliazione e pace – … e su i fratellioliviche fan di santità pallidi i clivi… recitava il D’Annunzio. Ci sono, infatti, dei luoghi che, per generali motivazioni antropologiche, allargano la mente e risvegliano l’anima. Così la montagna, la grotta, la foresta, la sorgente… sono diventate sedi privilegiate del sacro.

Ci piace pensare che uno di questi possa essere anche la piccola collina di Piana Romana: sacra perché in quel luogo il Creatore è stato più vicino al creato, e precisamente nel 1910, il 7 settembre, quando Padre Pio, mentre era assorto in preghiera all’ombra di un albero, riceve il dono delle prime stimmate. La cappellina, che conserva la testimonianza del “tocco divino”, da qualche giorno si è abbellita di secolari alberi di ulivo, espiantati da un terreno marginale e immediatamente ripiantati all’ingresso del viale che accoglie i pellegrini.

La contrada di Piana Romana è da millenni una delle zone più favorevoli alla produzione delle olive per la buona esposizione al sole, il terreno argilloso e il clima mite. Non a caso Pietrelcina enumera negli anni diversi frantoi oleari.

La storia ci racconta che l’ulivo è una delle specie più antiche: resti fossili testimoniano la sua presenza già nel paleolitico. Poderoso, rugoso, contorto e cariato, sempreverde, l’ulivo è considerato l’albero immortale perchè continuamente muore in alcune sue parti e si rigenera in altre. Sinonimo di fertilità e rinascita, di resistenza agli attacchi del tempo e delle guerre, simbolo di pace e valore, ha sempre rappresentato un elemento naturale di forza e di purificazione. Innumerevoli sono le citazioni nella Bibbia, dalla Terra Promessa – «II Signore tuo Dio sta per farti entrare in un paese fertile … paese di ulivi» (Dt 8,8; 2 Re 18,32) – all’orto di Getsemani (in aramaico frantoio) dove Gesù si ritirò prima di essere tradito e arrestato.

La creazione dell’uomo e la sua prevarica­zione sono state compiute in un giardino di delizie; la restaurazione dell’uomo doveva compiersi in un altro giardino: un giardino di dolori. Il luogo non fu scelto a caso da Gesù. L’olivo è segno di misericordia, e Gesù, con la sua passione, andò in quel luogo a terminare l’antica guerra e a stipulare il trattato di pace tra il cielo e la terra, tra l’uomo e Dio offrendosi vittima sacrificale per noi. Nella sua preghiera, pervasa da angoscia mortale, prende su di sé il peccato dell’umanità e ci porta fiducioso presso il Padre.

Piana Romana è stata per Padre Pio il suo orto del Getsemani, dove si è recato per dar inizio ai suoi primi dolori, alle lunghe agonie, alla morte interiore dell’anima. Non si è ribellato, perché aveva intuito che qualcosa di grande stava per accadere. Ne sente il peso e la fragilità, e prega, invocando l’aiuto di Dio, così come ha fatto Gesù. Un’obbedienza dura e difficile che nasce dalla resa incondizionata al Padre, in un abbandono fiducioso. Un atto di amore rischioso ma pieno e totale per ottenere la vita eterna, esempio e forza per tutti noi.

E dunque con le parole del Petrarca: “Non lauro o palma, ma tranquilla oliva. Pietà mi manda, e ‘l tempo rasserena, e ‘l pianto asciuga, et vuol anchor ch’i’ viva”.

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In alto, alcuni delle fasi di lavoro per la sistemazione del viale degli ulivi presso la cappellina delle stimmate a Piana Romana

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