Il Signore conforta e incoraggia

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di Dagli scritti di P. Pio Sr. Daniela Del Gaudio  –

Fra Pio da Pietrelcina a padre Benedetto da San Marco in Lamis

Pietrelcina, 29 luglio 1910
J.M.J.F.

Carissimo padre,
presentemente, grazie al cielo, sto un tantino meglio riguardo allo stomaco, che va rimettendosi pian piano. Circa le altre miserie nulla le dico, essendo queste troppo ostinate. Sia benedetto Iddio!
Ma quando, padre mio, finirà il mio esilio? Mi dispiace, ma sono rassegnato al volere del cielo. Si adempiano pure su di me i divini disegni, purché il nostro caro Gesù ne resti glorificato. In certi momenti l’anima mia soffre assai e se questo strazio non fosse di tanto in tanto interrotto da qualche momento di tregua, chi sa che ne potrebbe essere di me. Sì, padre mio, questo nostro pietoso Signore nel più forte della prova accorre sollecito, e qual padre amoroso che egli è, parmi di racconsolarmi ed incoraggiarmi a sempre più correre nella via della croce. Soffro è vero, ma intanto non mi dolgo perché Gesù così vuole.

Mi benedica.
Il suo povero
fra Pio

San Pio continua a restare nel suo paese natale, Pietrelcina, vessato da mille prove nel fisico e nello spirito. Tuttavia un pensiero sovrasta su ogni altro: dare gloria a Gesù. E’ un pensiero delicatissimo che insegna molto a tutti noi. Padre Pio indica la meta del puro amore, l’amore perfetto, che cerca il bene dell’altro, ossia, in questo caso, la gloria di Gesù, suo unico amore.

Cosa vuol dire? I Padri della Chiesa affermavano che la gloria di Dio è l’uomo vivente. Essi intendevano spiegare che nell’universo l’unico essere capace di conoscere e amare Dio è l’uomo, perché creato a sua immagine e somiglianza. Anche il celebre filosofo Pascal, nei suoi Pensieri, scrive che l’uomo, pur essendo una creatura così fragile da poter essere paragonata ad una canna, tuttavia è l’essere più grande del mondo, perché è una canna pensante.

Ciò vuol dire che, in tutte le sue azioni, l’uomo è cosciente di quello che fa, e può dirigerle verso il fine che vuole. Se quello che facciamo lo facciamo per il bene, le nostre azioni sono buone. Se le dirigiamo verso il male sono cattive. Ora Dio è il sommo bene. Egli si manifesta nell’uomo quando l’uomo agisce per il bene. Allora l’uomo, pur essendo una creatura debole e imperfetta, mostra un raggio della grandezza e della bellezza di Dio nel mondo. Pensiamo a tutto il bene che ha fatto Padre Pio, a come chi l’avvicinava percepiva la presenza di Dio, del mistero, del divino in lui. E di come tutti restavano edificati, glorificando Dio per le meraviglie che compiva in lui.

Glorificare Dio significa allora saper mostrare Lui nel mondo: diventare un raggio della sua luce per gli altri. Rendere presente in mezzo a noi il Signore mediante la nostra vita.

Ecco, in questa lettera San Pio insegna anche a noi questa bellissima realtà: fare tutto, accettare ogni prova, seguire i disegni divini su di noi, per glorificare Gesù, perché Lui sia manifestato nella nostra vita, perché gli altri, avvicinandoci, possano “vedere Gesù in noi”, ossia possano gustare un tratto della sua bontà, della sua bellezza, della sua pace.

Nell’additarci questa meta, Padre Pio ci mostra anche l’altra faccia della medaglia, per così dire. Se noi cerchiamo Gesù, Lui è sempre vicino a noi. Lui ci incoraggia e ci consola in ogni nostra tribolazione. Ci segue con amore in ogni nostro passo, accorre sollecito in nostro aiuto per farci correre sulla via della croce, che è anche la via della gloria e della nostra salvezza. Gesù, qual padre amoroso, ci insegna come approfittare di ogni prova che sosteniamo con fede per farci avanzare nella via della perfezione. Come ha detto nel vangelo, la sua è una via stretta e costellata dalla croce, però sappiamo anche che non termina sul Calvario, ma sul monte dell’ascensione, quando, dopo la Resurrezione, Gesù si asside sul trono che il Padre gli ha preparato perché, proprio grazie alla sua umiliazione fino alla morte di croce, viene innalzato e glorificato da tutte le genti.

“Se soffriamo con lui, con lui regneremo”, ci ricorda San Paolo. E aggiunge: “Se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso”. Noi, per la nostra fragilità, possiamo tradirlo, cadere sotto il peso della croce e fermarci nel cammino spirituale. Gesù, però, non smette di starci accanto. Ci consola e ci rialza, dandoci la forza per riprendere il cammino, perché Egli è sempre fedele alle sue promesse. San Pio lo sa e per questo motivo non si scoraggia, affidandosi a Lui come un figlio piccolo alle braccia della mamma. Facciamo così anche noi, non importa se abbiamo peccato, ci siamo allontanati da Lui, o ci lamentiamo per le nostre croci. Rialziamoci con la forza della sua grazia. Riprendiamo il cammino dietro il nostro Signore crocifisso e risorto. Scopriremo, come San Pio, la gioia di seguire il Signore Gesù, nella via della croce. E saremo consolati e incoraggiati dalla sua presenza che infonde nuova luce nella nostra vita, è la luce della Pasqua che mostra a tutti la vittoria di Cristo!

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