Il Santo degli Italiani

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Marianna Morante – Con la novena predicata dal guardiano, fr. Marciano Guarino, si è dato inizio alle celebrazioni per la festa di San Francesco d’Assisi –

Il 3 ottobre, il vicario di Pietrelcina, fr. Francesco Scaramuzzi, ha presieduto l’Eucaristia domenicale che ha preceduto la lettura del “Transito” di San Francesco in ricordo della sua morte avvenuta nel 1226.

La cosiddetta “diana pirotecnica” e le note della banda musicale di Pietrelcina, diretta dal M° V. Fierro, hanno dato il via, il 4 ottobre, alla solennità del Patrono d’Italia. Nella mattinata le scolaresche dell’Istituto Comprensivo “Padre Pio” di Pietrelcina si sono radunate nella chiesa conventuale della “Sacra Famiglia” per partecipare alla Santa Messa al termine della quale vi è stata la benedizione delle macchine.

Nel pomeriggio la solenne Eucaristia officiata da fr. Marciano e dai confratelli della fraternità di Pietrelcina ha preceduto la processione con il simulacro di San Francesco per le vie del paese.

Il Sindaco, G. Fusco, ha deposto la corona di alloro con la fascia tricolore davanti al monumento dedicato al Santo ed eretto nel piazzale del Convento dei Frati Cappuccini.

Prima della distribuzione dei “taralli” votivi, la singolare benedizione data da fr. Marciano con un reliquiario contenente dei frammenti sacri di alcuni dei numerosi santi francescani, a iniziare da Francesco d’Assisi, e in particolar modo di santi e beati cappuccini quali Veronica Giuliani, Fedele Sigmaringer, Angelo Acri, Giuseppe da Leonessa, Bernardo da Corleone, Francesco Caporosso, Serafino da Montegranaro, Maddalena Martinengo, Bernardo da Affida, Lorenzo da Brindisi, Diego da Cadice, Benedetto da Urbino, Corrado da Parzham, Crespini da Viterbo, Ignazio da Laconi, Felice da Nicosia e Felice da Cantalice.

Il Ministro provinciale, fr. Francesco D. Colacelli, nella lettera circolare inviata a tutte le componenti della famiglia francescana ha sottolineato la rilevanza della festività di San Francesco come «un’occasione propizia per continuare a riflettere sul significato e sull’importanza del sacerdozio nell’anno commemorativo del centesimo anniversario dell’ordinazione sacerdotale di Padre Pio. San Francesco e san Pio ci interpellano, ciascuno secondo il proprio particolare carisma, a confrontarci con il sacerdozio di Cristo che noi credenti siamo chiamati a rendere presente e vivo nella Chiesa. Il progetto di vita San Francesco lo aveva formulato già sette secoli prima e sintetizzato in poche ma significative parole: «Io, frate Francesco, piccolo, voglio seguire la vita e la povertà dell’altissimo Signore nostro Gesù Cristo e della sua santissima madre e perseverare in essa sino alla fine» (FF 140).

È stata proprio questa sincera disponibilità a seguire il modello di Cristo sacerdote il pilastro sia della vita di un laico insignito del sacerdozio comune in quanto battezzato, quale era Francesco di Assisi, sia della vita di un sacerdote ordinato, quale era Pio da Pietrelcina. È stata proprio questa disponibilità che ha indotto il Signore ad accettare il loro slancio di amore e a ricambiarlo in maniera sublime, imprimendo sul corpo di entrambi le stigmate, quale sigillo del patto di donazione reciproca e totale.

Quando pensiamo ai Santi il più delle volte facciamo archeologia, agiografia e non sappiamo andare più in là dello stupore per il loro itinerario di fede. I Santi, invece, devono essere uno stimolo, ci devono spingere a mettere realmente in gioco la nostra esistenza.

Fratelli carissimi voglio augurare a tutti voi, presbiteri e non, di essere autentici “sacerdoti”, cioè contemplatori e, al tempo stesso, immagine speculare del volto di Cristo. Vi auguro di percorrere le strade di questo mondo come araldi di speranza.

Esprimo l’auspicio che il carisma di San Francesco, di cui abbiamo ereditato la ricchezza, possa riprendere vigore e che, proprio in questi tempi, i francescani siano ancora una volta riparatori, ognuno secondo i carismi propri».

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In alto, alcuni momenti della solenne festa di S. Francesco d’Assisi

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