Anniversario del Battesimo di Padre Pio

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Nel ricordo del Battesimo di Padre Pio, 26 maggio 1887-2015, si è svolta a Pietrelcina una solenne Eucaristia presieduta dal Ministro provinciale, fr. Francesco D. Colacelli. Numerosi i confratelli presenti, la comunità locale con il Sindaco, D. Masone, e le autorità militari e civili. Al termine della Santa Messa c’è stato il tradizionale rito della benedizione dei fanciulli. Una cerimonia per ricordare quel piccolo fanciullo, Francesco, divenuto grande soprattutto nella fede con il nome di Padre Pio. Molti dei miracoli da lui compiuti in vita hanno riguardato i fanciulli, anche quello che ha portato alla sua canonizzazione.

A riprendere la due giorni di festeggiamenti in onore di Padre Pio ci sono state le telecamere di “Teleradio Padre Pio”, l’emittente TV dei Frati Cappuccini, fondata da  fr. Francesco D. Colacelli, di cui è Presidente fr. Mariano Di Vito e Direttore responsabile il dott. Stefano Campanella. Lo staff di operatori al completo e il conduttore Francesco Bosco, coadiuvato da Marianna Morante, hanno realizzato i servizi e i collegamenti da Pietrelcina. Questo importante mezzo di comunicazione oltre a fornire informazioni e contenuti cattolici è sempre più uno strumento umanizzato, al punto da rappresentare una vera e propria compagnia virtuale per quanti, soprattutto anziani, sono costretti in casa.

E dopo il saluto a tutti i telespettatori di “Padre Pio TV”, il Ministro provinciale ha tenuto la sua omelia che riportiamo di seguito.

Carissimi fratelli e sorelle, non sono tantissime le notizie che i documenti hanno consegnato alla storia sul Battesimo del piccolo Francesco Forgione, il futuro Padre Pio.

Uno dei biografi ufficiali di Padre Pio, fr. Ferdinando da Riese San Pio X, scrive solo: «Dall’oscura stanza natale il neonato venne portato nella vicinissima rustica chiesa di S. Anna, per il battesimo. Glielo amministrò l’economo curato Nicolantonio Orlando, alle ore 6 del 26 maggio. Al fonte battesimale, in quel tempo, collocato a sinistra di entra nella chiesa, sotto il campanile, il neonato fu chiamato Francesco, per la devozione che la mamma nutriva per il Santo Poverello d’Assisi».

Immediatamente dopo padre Ferdinando spiega che, in realtà, il nostro santo Confratello è stato il secondo figlio di Grazio Forgione e Maria Giuseppa De Nunzio a cui fu posto il nome di Francesco. Tre anni prima, infatti, era stato dato al secondogenito della coppia, che però era vissuto solo «per diciannove giorni». Erano tempi, quelli, in cui la mortalità infantile era molto diffusa, soprattutto al Sud, per mancanza di cure e di forme di prevenzione.

Per questo la Chiesa, all’epoca, esortava a far battezzare i bambini nel più breve tempo possibile – entro le 24 ore dalla nascita – e non perché si credeva che, così facendo, si liberava un’anima dal Purgatorio. Si voleva evitare che il rischio che i neonati lasciassero questo mondo senza i doni del Battesimo che, come recitava il catechismo di san Pio X, «conferisce la prima grazia santificante e le virtù soprannaturali, togliendo il peccato originale e gli attuali, se vi sono, con ogni debito di pena per essi dovuta; imprime il carattere di cristiano e rende capace di ricevere gli altri sacramenti».

Di certo sappiamo che Padre Pio considerò sempre una «grazia» l’aver ricevuto «il battesimo dopo 14 ore» dalla nascita (cfr. Positio III/1, p. 7, n. 1).

L’attuale Catechismo della Chiesa Cattolica, circa il battesimo, aggiunge inoltre che «“Rigenerati [dal Battesimo]per essere figli di Dio, [i battezzati]sono tenuti a professare pubblicamente la fede ricevuta da Dio mediante la Chiesa” e a partecipare all’attività apostolica e missionaria del popolo di Dio» (1270).

Questo sacramento, dunque, non può restare nella vita di ogni cristiano solo come una memoria storica tramandata. Anzi, talvolta non esiste neppure la memoria del Battesimo, di cui la maggior parte non ricorda neppure la data e il luogo in cui l’ha ricevuto.

Ce lo indica anche il brano del Libro del Siracide: «Chi osserva la legge vale quanto molte offerte; chi adempie i comandamenti offre un sacrificio che salva». Ciò significa che Dio non ci chiede un’adesione formale, di facciata, espressa da un rito e da un timbro apposto da un parroco sul certificato di Battesimo. Dio ci chiede un’adesione totale al suo Amore. La nostra risposta concreta alla grazia che ci è stata donata con il sacramento del Battesimo deve trasformarsi in carità concreta. «Dà all’Altissimo secondo il dono da lui ricevuto e con occhio contento, secondo la tua possibilità, perché il Signore è uno che ripaga e ti restituirà sette volte tanto».

Quanto, carissimi fratelli e sorelle, queste parole si sono rivelate ancora una volta profetiche nella vita del nostro san Pio da Pietrelcina! Egli con la sua vita donata interamente a Dio e agli uomini ha vissuto in pienezza il «sacerdozio di Cristo» e la «missione profetica e regale» ricevuti nel Battesimo. Ed ha sperimentato anche il realizzarsi della promessa di Gesù che abbiamo ascoltato nel Vangelo di Marco: «Non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».

Quanti «figli» Padre Pio ha accolto nel suo abbraccio paterno nel corso dell’esercizio del suo ministero sacerdotale e anche dopo la sua morte? Un numero incalcolabile, tenendo anche conto che anche oggi tanti tornano rinnovati dai loro pellegrinaggi a San Giovanni Rotondo o in questa terra benedetta di Pietrelcina, che è stata la culla dei vagiti umani, della nascita e della crescita nella fede e del sorgere della vocazione alla vita religiosa e sacerdotale del venerato Confratello.

Carissimi fratelli e sorelle, tutto quello che è accaduto 128 anni fa per il piccolo Francesco Forgione, è accaduto anche per ciascuno di noi e accade ogni qualvolta che viene amministrato il sacramento del Battesimo. Pertanto la «Parola di Dio produce il suo effetto vivificante» anche nelle nostre esistenze se non la soffochiamo, chiudendoci nell’egoismo e nell’esclusiva coltivazione dei nostri piccoli interessi materiali.

Impariamo da Padre Pio, a vivere secondo la grazia ricevuta mediante il Battesimo. Quella grazia che vivifica e che salva. Quella grazia che rende santi. Perché la strada della santità, carissimi, non è riservata a pochi privilegiati, ma è per tutti.

La santità è offerta. Non è un obbligo. Tocca a noi, liberamente, pronunciare il nostro “sì”, con le labbra e soprattutto con la coerenza di una vita conforme al Vangelo di Gesù Cristo.

Questo è quello che auguro a me e a ciascuno di voi, invocando la potente intercessione di due esemplari testimoni del “sì” senza riserve pronunciato dinanzi alla volontà del Signore: la Vergine Maria, che qui veneriamo con il titolo di Madonna della Libera, e il nostro caro confratello san Pio da Pietrelcina.

Sia lodato Gesù Cristo.

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