128° Anniversario della Nascita di Padre Pio

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Pietrelcina ha solennemente ricordato il 128° anniversario della nascita di Padre Pio, 25 maggio 1887-2015, con una solenne Eucaristia preceduta dall’Adorazione Eucaristica guidata da padre Guglielmo Alimonti, cittadino onorario, poi l’accensione della lampada votiva da parte dei Gruppi di Preghiera della Sardegna e l’omaggio dell’Amministrazione Comunale di Pietrelcina, con i Sindaci viciniori, alla Statua bronzea di Padre Pio ubicata nel giardino del Convento dei Frati Cappuccini e, infine, il momento centrale della festa con la Santa Messa presieduta da S. Em. Rev. il Cardinale Francesco Coccopalmerio. Prima della processione per le vie del Paese con il simulacro del Santo è stata inaugurata la piazzetta antistante il Convento dedicandola alla benefattrice americana Mary Pyle che tanto si è adoperata per la sua costruzione.

Presente il Ministro Provinciale, fr. Francesco D. Colacelli, il Vicario, fr. Francesco Langi, e tanti confratelli di Padre Pio oltre alle maggiori autorità civili e militari di Benevento.

Riportiamo per intero l’omelia del Cardinale con le sue significative riflessioni.

Cari fratelli e sorelle, Padre Pio suscita la simpatia di milioni di persone, di cui tanti giungono sino qui, nel paese dove nacque questo santo singolare, non solo per il dono delle stimmate, ma anche per il suo carattere notoriamente piuttosto burbero, per le incomprensioni della Chiesa, per tutti i suoi giorni dedicati unicamente alla preghiera e alla celebrazione della misericordia di Dio nel sacramento della Penitenza.

Per avere un corretto approccio con Padre Pio, dobbiamo capire la triplice missione di tutti i santi.

Prima di tutto essi sono i nostri intercessori: ci ottengono le “grazie” di cui abbiamo bisogno. C’è una grazia che ogni santo implora per noi da Dio, anche se noi non sempre la chiediamo: quella della nostra conversione.

In secondo luogo essi sono i nostri protettori davanti a Dio per quella misteriosa unione che esiste tra vivi e defunti, la comunione dei santi.

Per ultimo essi sono i nostri esempi di vita: essi invitano “tutti i fedeli a perseguire la santità e la perfezione del proprio stato” (LG 40). La loro vita diventa così una prova concreta che è possibile vivere il Vangelo.

Vi dirò che io ho già ricevuto da Padre Pio una grazia, leggendo il suo epistolario: mi ha fatto maggiormente capire la misericordia di Dio, che sarà il tema del prossimo Giubileo.

Egli aveva capito che “Dio è ricco di misericordia”, che la misericordia vale più di ogni atto di culto, come i sacrifici dell’Antico Testamento, e più dell’osservanza del sabato, che è fatto per l’uomo e non viceversa. Gesù ha illustrato la misericordia attraverso la parabola cosiddetta, e mal detta, del figlio prodigo e del buon samaritano. Dio rivela la sua onnipotenza soprattutto con la misericordia”.

Ecco alcuni brani tratti dal suo epistolario.

Innanzitutto egli confida al suo padre spirituale di avere sperimentato la misericordia di Dio per sé: “Il solo pensiero della misericordia del Signore è quello che mi fa stare in piedi … Il Signore ha tolto il velo che mi nascondeva il grande mistero, la mia vita trascorsa così malamente, la mia anima così deforme ripiena di colpe, e fatta indegna dello sguardo di Dio”.

E ancora: “Egli ha voluto fare di me esempio di grazia; mi vuole porre a tutti i peccatori in modello, perché nessuno debba disperare. Fissino dunque i peccatori in me, massimo tra i peccatori, i loro sguardi e sperino in Dio”.

Alla luce della misericordia di Dio, Padre Pio esorta a liberarsi dei rimorsi e dei rimpianti del passato. Scrive a una sua figlia spirituale: “Non temere e non ti affliggere più del passato, perché questo è stato perdonato dalla bontà del Signore … Non ti sconfortare e né ti spaventare per le tue miserie e debolezze, perché Dio ne ha vedute altre peggiori in te e per sua misericordia non ti rigettò”.

San Giovanni Paolo II ha dedicato un’intera enciclica alla misericordia di Dio (Dives in misericordia), ove ricorda che “la Chiesa vive una vita autentica, quando professa e proclama la misericordia – il più stupendo attributo del Creatore e del Redentore – e accosta gli uomini alle fonti della misericordia del Salvatore, di cui essa è depositaria”.

Papa Francesco ci ricorda che Dio perdona tutti, perdona tutto, perdona sempre e “mai si stanca di perdonare: mai! Siamo noi che ci stanchiamo di chiedergli perdono”.

Mi sono chiesto, molte volte, perché questo? Perché Dio è soprattutto perdono e misericordia, perché perdona sempre, perché – diremmo – deve perdonare? Mi piace fare, a questo riguardo, una distinzione tra due tipi di amore, uno che chiamerei amore “di benevolenza” e uno che chiamerei amore “di sussistenza”.

L’amore di benevolenza è tale per cui io faccio del bene a una persona, amo quindi quella persona, però quella persona resta a me estranea, nono ne ho bisogno per vivere. L’amore di sussistenza è invece quello per cui io amo tanto una persona che non ne posso fare a meno, quella persona mi è necessaria per vivere, appunto per la mia sussistenza. Io credo che l’amore di Dio per noi, per me, è un amore di sussistenza. Dio mi ama a tal punto che non può fare a meno di me. Io sono la sua vita, io sono la sua sussistenza. Questo mi pare il vero messaggio della parabola cosiddetta, e – ripeto – mal detta, del figliol prodigo: il padre sarebbe morto entro breve tempo se il figlio non fosse tornato. Il figlio era la vita, era la sussistenza, di questo padre. Il ritorno del figlio ha determinato la salvezza del padre. E questo padre è il Padre, è Dio. La parabola dovrebbe pertanto denominarsi: del padre salvato dal figlio

La misericordia che Dio ci dimostra non ci deve però dispensare dal portare il nostro contributo. Il Papa nella bolla di indizione del prossimo Giubileo straordinario raccomanda a tutti i fedeli di mettere in pratica l’esortazione di Gesù: “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso” attraverso le sette “opere di misericordia corporale” (dare da magiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti) e attraverso le sette “opere di misericordia spirituale” (consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti). Questo “è un programma di vita tanto impegnativo quanto ricco di gioia e di pace”.

Il contributo di Padre Pio è stato soprattutto quello di essere per la maggior parte del giorno a disposizione dei fedeli per celebrare la misericordia di Dio nel confessionale, come scrive al suo padre spirituale: “Non ho un minuto libero: tutto il tempo è speso nel prosciogliere i fratelli dai lacci di satana … E questo appunto io faccio giorno e notte”.

E non va poi sottovalutato il fatto che per implorare la misericordia del Signore Padre Pio offriva la sua sofferenza. Egli si definisce “egoista in fatto di sofferenze”. Vuole soltanto soffrire: “Mi rimprovererei, se cercassi anche un’ora sola di essere lasciato senza croce, o peggio ancora, se altri entrassero in mezzo a rapirmela”. E in un’alta lettera scrive: “Soffro e vorrei sempre più soffrire, mi sento consumare e vorrei essere più consumato. Desidero la morte per unirmi con vincoli indissolubili ad celeste sposo. Desidero la vita per sempre più patire, avendomi Gesù dato ad intendere che la prova sicura dell’amore è nei dolori”.

Per questo, la liturgia odierna applica, sia pure indirettamente, al Padre Pio le parole di S. Paolo: “Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo del quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo”.

Concludendo, cari fratelli e sorelle, ringraziamo il Signore per questa celebrazione eucaristica che ci vede così numerosi e anche così commossi.

Abbiamo detto all’inizio che i santi sono per noi intercessori, protettori, modelli. E allora questa sera chiediamo a Padre Pio di essere così.

Nostro intercessore: ci aiuti a capire più profondamente l’amore di Dio come straordinario amore “di sussistenza”.

Nostro protettore: ci protegga dal male, in modo particolare dalla non fiducia nell’amore di Dio.

Nostro modello: ci aiuti a imitarlo, nella dedizione ai fratelli per dimostrare a loro l’amore di Dio e a quelli che tra noi sono sacerdoti ottenga la grazia di dedicarci con impegno al sacramento della Confessione per dire a tutti che veramente “Gesù Cristo è il volto della misericordia”.

Nella nostra PhotoGalley le immagini più importanti della festa di San Pio da Pietrelcina

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