Pasqua dell’Anziano

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Marianna MoranteLa settimana santa di Pietrelcina è iniziata con un momento di festa particolare, dedicato ai ‘meno giovani’: la “Pasqua dell’Anziano” – Nata per iniziativa dell’Azione Cattolica e grazie alla generosità di Vincenzo Molinaro, la manifestazione è giunta alla 22esima edizione. 

 

 

In continuità con quanto operato dal padre, i due figli, Giuseppina e Dante, hanno ospitato nei locali della loro struttura turististico-alberghiera gli ultra settantenni pietrelcinesi, trasformando la sala ristorante in una grande ‘Chiesa domestica’, una famiglia allargata all’intera comunità e arricchita da relazioni di affetto e di servizio vicendevole.

Prima dell’agape fraterna consumata con una ricca cena, offerta dalla famiglia Molinaro, ai numerosissimi anziani convenuti, si è celebrata la Santa Messa presieduta dal parroco, fr. Giuseppe D’Onofrio, con la partecipazione del Guardiano del Convento, fr. Marciano Guarino, del vice parroco, fr. Pierantonio Giovinetti e di fr. Francesco Pio Pazienza. Ha animato l’Eucaristia il coro dei giovani dell’Azione Cattolica. Presenti le Suore Francescane Immacolatine e le Francescane dell’Immacolata, che insieme svolgono il loro servizio in parrocchia, il Sindaco di Pietrelcina, G. Fusco; il presidente dell’Azione Cattolica, Vincenzo Mastronardi e il presidente del Centro Anziani, Pellegrino Mastronardi.

Nella liturgia della Parola si è proclamato il brano del Vangelo che potremmo definire dello ‘spreco’. Gesù è ospite di Marta, di Maria e di Lazzaro, in Betania. L’amicizia li lega – ha spiegato il parroco nell’omelia – è a loro che viene annunciato cosa significa parlare della “vita” e della “morte” quando si tratta di Gesù.

Il Maestro era stato nella casa di Betania poco tempo prima, quando aveva strappato Lazzaro dalla morte. Ora, ritroviamo Gesù in questo luogo dove gli è di conforto il sentimento umanissimo dell’amicizia. Egli non ha certo perso di vista quello che, tra poco, lo aspetta: la passione e la morte. A tal punto che quando, Giuda interpreta come inutile sciupio l’effusione del profumo sulla sua persona, Egli dice che la donna: “Ha unto in anticipo il suo corpo per la sepoltura”. È dunque uno stimolo importante proprio in questa particolare giornata il gesto di Maria di Magdala in cui fede e tenerissimo amore sono una cosa sola.

Una coccola, un bacio e un “TI VOGLIO BENE” solo la miglior medicina per i nostri anziani aiutandoli ad affrontare le croci quotidiane del dolore, della malattia, delle incomprensioni, della non riuscita nelle cose della vita, della debolezza. Gli anziani sono il concentrato di una saggezza senza tempo, fragili nelle ossa ma indistruttibili nella convinzione di un’immacolata moralità di vita. Memorabile fu la “Lettera agli anziani” scritta da Giovanni Paolo II nel 1999, quando la malattia aveva già intaccato il suo corpo e l’età era quella di un nonno (aveva 79 anni essendo nato nel 1920). E il Papa non ne fece mistero. Scrisse: Parlo ai miei coetanei…”. E continuò: Gli anziani aiutano a guardare alle vicende terrene con più saggezza, perché le vicissitudini li hanno resi esperti e maturi. Essi sono custodi della memoria collettiva, e perciò interpreti privilegiati di quell’insieme di ideali e di valori comuni che reggono e guidano la convivenza sociale. Escluderli è come rifiutare il passato, in cui affondano le radici del presente, in nome di una modernità senza memoria. Gli anziani, grazie alla loro matura esperienza, sono in grado di proporre ai giovani consigli ed ammaestramenti preziosi”. Sappiamo farne tesoro.

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In alto, alcuni momenti della celebrazione per la “Pasqua dell’Anziano”

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