Nel cuore di Pietrelcina

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SOLENNI FESTEGGIAMENTI PER IL 126° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI SAN PIO

La Città di Benevento offre l’olio per la lampada votiva che arde ai piedi della Statua del Santo

Il Parco Colesanti, nel cuore della città di Pietrelcina, ha accolto lo scorso 25 maggio la folla giunta nel paese sannita per partecipare alla Solenne Eucaristia in ricordo della nascita di Padre Pio. Onorevoli della Repubblica, alte cariche delle Forze Armate e una schiera di sindaci, dal Sindaco di Pietrelcina D. Masone a quello di San Giovanni Rotondo L. Pompilio, rispondendo all’invito della comunità dei Frati Cappuccini di Pietrelcina, hanno fatto da corolla ai devoti del Santo.

Mentre il coro polifonico “Padre Pio da Pietrelcina”, diretto dal M° O. Fioretti intonava “Cantate Domino”, il corteo dei celebranti si è apprestato a officiare la Santa Messa.

La Chiesa beneventana, tramite il suo pastore, S. Ecc.za mons. Andrea Mugione, ha invitato tutti ad avere “un cuore libero, perché solo un cuore veramente libero sa amare. Dobbiamo scoprire, oggi più di ieri – ha aggiunto l’Arcivescovo Metropolita di Benevento – il disegno di Dio su di noi e la novità di come Lui, Gesù Cristo, il Figlio di Dio, ci ha amato, per rompere con l’egoismo, con la violenza, con la prepotenza che è in noi e nella società che contribuiamo a creare e per impegnarci a costruire la civiltà dell’amore”.

Sul palco, allestito per l’occasione, vi erano numerosi celebranti. Tra questi il neo rieletto Ministro Provinciale di “Sant’Angelo e Padre Pio”, fr. Francesco D. Colacelli, con tutti i Definitori, e tanti sacerdoti del clero diocesano e assistenti dei Gruppi di Preghiera.

A presiedere l’Eucaristia S. Em.za il Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, che ha espresso profonda gioia nel partecipare alla lieta ricorrenza per i 126 anni dalla nascita di San Pio da Pietrelcina. “Questa terra si sente onorata per tale grazia – ha sottolineato Sua Eminenza nell’omelia – ma, come ogni dono, esso racchiude una responsabilità, affinché nulla, passando il tempo, venga disperso di tale benedizione. Non è sufficiente custodire i tesori del passato; è necessario ravvivarli con la nostra vita perché portino frutto di bene per tutti… E allora ci chiediamo: quale può essere il dono di questa celebrazione, di questo anniversario?

Innanzitutto, il grembo familiare dove Francesco Forgione nacque: una famiglia semplice e solida, che vive con dignità grazie al proprio lavoro. I valori degli affetti familiari, dell’onestà e del sacrificio, della fede e dell’amore alla Chiesa, si respirano nell’aria e la recita del Rosario quotidiano non manca. Quando nella famiglia – ieri come oggi – si prega insieme, tutto diventa più facile e bello, anche le croci che non mancano mai…

Un secondo dono – ha aggiunto il Cardinale – mi sembra lo spirito di preghiera che il piccolo Francesco aveva. Non è solamente il gusto della preghiera che egli ci testimonia con il suo esempio, ma il coraggio di questo ragazzo che – di fronte agli scherni dei suoi compagni – non si arrende. Anche questo è qualcosa di grande specialmente oggi in cui il rispetto umano, cioè la vergogna di dichiararsi cristiani e di comportarsi tali anche in pubblico, è diffuso sia negli ambienti di casa che di lavoro, nel tempo libero come nella vita sociale. Siamo richiamati ad essere cristiani coraggiosi non – come dice Papa Francesco – “cristiani da salotto”, al riparo dai giudizi altrui. Il mondo di oggi attende di vedere la nostra fede con umiltà ma anche con chiarezza, attende la nostra testimonianza coraggiosa: oggi – ricorda il Santo Padre – è ancora di più tempo di martiri.

Concludendo Mons. Bagnasco ha esortato tutti a ricorrere alla Mamma Celeste. “Cambiano i tempi, ma il cuore dell’uomo è sempre uguale. Sempre ha bisogno della tenerezza materna: di poter ricorrere a lei per confidarsi, per trovare conforto, per ritrovare fiducia e coraggio. La Santa Vergine è l’ancora nella bufera, il porto nella fatica, la stella che orienta, lo sguardo che comprende, la mano che rialza e accompagna. Padre Pio se potesse farci sentire la sua voce, penso ripeterebbe le parole che tante volte ha detto ai suoi penitenti: “Amate la Madonna e fatela amare. Recitate sempre il Rosario”. Sì, anche noi vogliamo ascoltare queste parole, e lasciarle scendere benefiche nelle nostre anime.

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